08 luglio 2008

Esercizi di retoriche

Cualchi secul indaûr a disevin che la retoriche e jere une art. Po ben, a Maian i artiscj no mancjin e a scrivin letaris sul gjornâl. Tal prin coment us met l'intervent di Renza Barazzutti, dal grup di minorance Intesa per Majano, che e fâs savê al mont la sô contrarietât al gnûf tor des cjampanis.
Diviersis voltis mi soi cjatât dacuardi cun jê, ma chest colp no pensi che e vedi fat un biel intervent e o pensi che pre Giuliano nol vedi dal sigûr pensade la opare par strassâ bêçs.
Uniche note che o condivît e je la considerazion che il tor di cumò al è une vore simbolic... tant al è vêr che invezit di netâlu vie cu la pacare, ancje il progjetist lu à mantignût tal progjet.
Al pues plasê o no plasê, ma se o vessin di lâ daûr de retoriche populiste de Barazzutti a cheste ore o varessin ducj di lâ ator tun sac come Sant Francesc. E no pensi chel distès che o risolvaressin i problemis tal mont... o varessin dome resentade un tic la nestre cussience.

12 commenti:

Christian Romanini ha detto...

Sul MV
LUNEDÌ, 07 LUGLIO 2008

Pagina 15 - Udine

MAJANO

Il coraggio di dire no a quel campanile

Cerco di esporre in breve le ragioni che mi conducono a esprimere la mia contrarietà alla ricostruzione del campanile di Majano per motivi prevalentemente religiosi.
Come cristiana mi sono chiesta se il Gesù che ho imparato a conoscere attraverso il Vangelo appoggerebbe un’iniziativa di questo tipo. Nel Vangelo Gesù ci dice di amare il nostro prossimo, qualsiasi egli sia, non ci dice di erigere campanili, non lo posso scordare. So che questo mio isolato pensiero non cambia le carte in tavola, ma almeno salva la mia coscienza.
Mi piacerebbe poter dire ai miei nipoti, fra qualche annetto: «Sapete, a Majano si volevano spendere tanti bei soldini per costruire un campanile e invece con quel denaro siamo riusciti a salvare tante vite umane che quotidianamente scappavano da fame, guerra e miseria».
Questo sì sarebbe un bel campanile da tramandare alle generazioni future!
Invece noi oggi vogliamo costruire un campanile che risponde soltanto e unicamente al bisogno di megalomania di molti, forse di troppi. Potevo capire la necessità delle torri campanarie nelle epoche storiche passate, dato che avevano anche la funzione di avvistare i nemici, ma in un mondo dove si tolgono i confini sinceramente non riesco a trovare le ragioni che motivano l’impegno, anzi, lo sperpero di denaro pubblico in siffatta opera.
Infine, ancora una considerazione. Dal mio modestissimo punto di vista ritengo che l’attuale campanile sia un autentico e significativo monumento al terremoto del 6 maggio. È ciò che è rimasto di quella terribile notte che in molti abbiamo ancora nel cuore. Quale monumento migliore potrebbe rappresentare per le generazioni future la distruzione e la tragedia di quell’evento se non quest’autentico manufatto tenacemente sopravvissuto, altrettanto tenacemente conservato e che continua ancora a chiamare i fedeli all’altare? Ma già, i monumenti perché abbiano valore devono per forza costare!
Concludo queste mie riflessioni citando alcuni pensieri di don Pierluigi Di Piazza pubblicati sul Messaggero Veneto e che mi sembrano oltremodo appropriati: «Ci sono situazioni in cui vivere idealità, fede, coinvolgimenti, dichiarazioni, coerenza di vita comporta di per sé contraddizione, critica, opposizione».
Ci vuole perciò un atto di coraggio per dire no al campanile e io, nel mio piccolo, cerco di farlo.
Renza Barazzutti
Majano

il rompiscatole ha detto...

Tanto di cappello a chi ha fede ma la professoressa è una che predica bene e razzola male. Con questo intervento sul giornale si è coperta di ridicolo. Sono certo che, se andasse in pellegrinaggio ad Assisi, prenderebbe alloggio nel miglior albergo della zona !!!!!

il rompiscatole ha detto...

Secondo te tutti i majanesi che mandano lettere ai giornali sono artisti della retorica (specialmente se i loro interventi danno fastidio a te ed alla tua parte politica). Invece quando ai giornali sei tu a scrivere ammirandoti a 360 gradi (blog compreso) di che cosa si tratta ?

thermonuke ha detto...

E declare di volè sedi come S.Francesc ma e mancje di fanus save ce che fas personalmentri par cheste aspirazion ae povertat (no dome retoriche).

Se no e je le vecje barzalete dal partit e des bicicletes....

Comuncue, se vul tabaja aes besties e po scomencia cun:
Gjats abusifs,
Cjans biblifilos,
Mus che curin,
Quiaies che saltin
scrics che saltin,
Doberman che muardin
Ocs... a volontat
Lofs triscj
Canis aureus
Pantianes

e cumo e sin ales razes:
Ce raze di retoriche!!!

ciungam ha detto...

A proposito di retorica :
Il Papa invita il G8 ad aiutare i Paesi poveri.

E' noto da sempre che la Chiesa ed il Vaticano vivono in ristrettezze.

Magari a causa di Marcinkus.


Da che pulpito viene la predica

ovvero che ... razzolata !!!

Christian Romanini ha detto...

Mandi Rompiscatole,
prime di acusâ di bant, ti consei di leiti ben ce che o ai scrit, parcè che tu fasis une gjeneralizazion che jo no ai fat. La mê e je une considerazion puntuâl suntune iniziative de conseire di minorance Barazzutti e no come che tu disis tu a "ducj chei che a scrivin letaris".
Sclaride cheste mê posizion, e ti invidi a contradîmi se o ai dit il contrari, o fâs ancje une altre considerazion.
Tal ultin consei il grup di minorance al à votât a pro de concession dal dirit di superficie pe costruzion dal tor. Ducj dacuardi. Ma a jerin 2 assencis: la Jesse (che e mancjave ancje la volte prime) e... la Barazzutti. E cumò e ven fûr cheste posizion cuintri. Se e je stade une casualitât, o cjapi at... in câs contrari mi plasarès sintî cuant che la prossime volte a fasin une acuse a la maiorance di no jessi unide...

il rompiscatole ha detto...

Christian ho seguito il tuo consiglio ed eccoti quello che ho letto: qualche secolo fa si diceva che la retorica era un'arte. "Ebbene, a Majano gli artisti non mancano e scrivono lettere sul giornale". E' un plurale che generalizza tutti i majanesi che scrivono sui giornali oppure me lo sono inventato io per accusarti impropriamente ? Rileggi te stesso. Mi hai ricordato le reazioni scomposte di qualcuno ai saccenti ed ai sicumerici dei quali, quando eri più libero, hai preso più volte le difese. Ho avuto anche l'impressione che tu abbia approfittato per colpire, insieme alla Barazzutti, Di Giovambattista e Floreani dei quali Gazzettino e Messaggero hanno recentemente pubblicato lettere che hanno toccato la sensibilità tua e della tua parte politica. Quando eri più libero le pubblicavi, le commentavi e spesso ti trovavi d'accordo con gli autori. Ma già allora eri più libero...Vorrai darmi atto che, sulla Barazzutti, il mio pensiero non si presta nè ad equivoci nè ad interpretazioni di sorta. Non capisco proprio cosa c'azzeccano i mie due commenti con le assenze in consiglio di due consigliere di minoranza. Mi hai portato su un terreno che io non ho sfiorato ed allora ti preciso che mi viene riferito che, in quanto ad assenze e ritardi giustificati o meno, anche tu ti sei recentemente distinto. Inoltre pare che, nel corso dei lavori, del battagliero Christian non ci sia più traccia. Allineato e coperto come non mai. La tua parte viene ora recitata dal tuo collega Zucchiatti alla faccia della maggioranza unita da te richiamata.

Christian Romanini ha detto...

Mandi Rompiscatole
mi soi tornât a lei e no ai cjatât ce che tu mi disis, ma probabilmentri tu sâs plui tu di me ce che jo o volevi scrivi. Alore denant di tante sigurece, no mi permet di cuintribati.
Su lis mês assencis, o amet che o 'nd ai fatis, ma inmò une volte ti torni a ripeti che la mê e jere une osservazions precise. Se dopo tu vuelis tirâ fûr altris nons, tu sês libar di fâlu, ma chi si fevele dome di un intervent ben individât. Se po tu vuelis continuâ cul procès a lis intenzions, chi tu cjatis dut il spazi che tu vuelis. il fat, in fin che tu fevelis di Aldo, mi conferme la tindince a fâ dut un mignestron.

Christian Romanini ha detto...

su la mê apartignince a la maiorance ti dis dome che jo no soi mai jessût dal grup e ancje lis mês opinions, ancje se critichis, a son simpri stadis fatis intun spirt di costruzion, dentri de maiorance, ma mai cun chê di cjalâ il gno tornecont. Cualchidun altri, tal moment che nol jere plui content, nol à spietât un moment a saltâ fûr, ma ognidun al è just che al feveli par se.

thermonuke ha detto...

Ehh Rompiscatole, mi sa che tu as reson!

E lei propit lui difindi le unitat de majorance... (no che di la se passin masse mior eh...).

Satu ce che ti dis: bisugne invoia File a viergi un blog che chi tra frico e catalans si sta smamint...

thermonuke ha detto...

Che si podi concedii el benefici dal plural preterintenzional?



Vecje massime atribuide a Andreotti:
"pensa mal al e pecjat ma cuasi simpri si induvune!"

Christian Romanini ha detto...

Il blog di Aldo lu leiarès vulintîr ancje jo