08 dicembre 2007

Vie lui, vie ducj

Cun 29 vôts favorevui, 1 contrarie e la assence dal diret interessât, e je stade aprovade la mozion di sfiducie al president (fint a îr) de Provincie di Udin, Marzio Strassoldo.
Cumò, dentri di 20 dîs (mi pâr che cussì al sedi il tiermini), al rivarà il comissari che al puartarà l'ent fint aes prossimis elezions.
Mi displâs che cheste vicende si sedi sierade ta cheste maniere. Strassoldo al à fat un erôr e al jere just che al lassàs la incarghe... Nol à volût molâ, ma ce aial risolt? Mah?!
Ducj a cjase (pecjât) e si torne a votâ in primevere.

17 commenti:

gazzettiere ha detto...

Ho appreso da buona fonte che Piuzzi correrà per la Regione e che, nel collegio provinciale di S.Daniele, Forza Italia o Pdl candiderà la Iesse contando sul convinto appoggio dello stesso Piuzzi. Pare che questi fossero i termini dell'accordo per il salto della quaglia della signora. Pensavo che, piuttosto che premiare una che nel suo curriculum ha collezionato già diversi cambi di casacca, meritassi tu la candidatura alla Provincia oppure Cozzi. E come mai Piuzzi ripaga così la tua fedeltà al partito e la tua amicizia ? Ordini dall'alto oppure stai per assaporare il classico usa e getta ? Positivo il fatto che, a differenza di Udine, a Majano i patti si rispettino.

Luca Peresson ha detto...

La Iessi viene candidata alla Provincia per Forza Italia o per il Partito delle Libertà?
In ogni caso Romanini può sempre essere candidato per l'altra formazione.
Adesso che i partiti berlusconiani sono almeno due si possono moltiplicare anche le promesse agli amici.

Christian Romanini ha detto...

Gazzettiere,
se tu âs une "buona fonte", ben tu fasaressis a dî cui che tu sês e a cjapâti la responsabilitât di dî cui che ti à dit cheste robe.
Se no, e reste une robe butade li che no mi interesse.
Lis ambizions de Iesse a rivuardin dome jê e no mi interessin. Une sô candidature pes provinciâls cun Forza Italia o Pdp secont me e sarès dificil di spiegâ a la int, stant che la Iesse juste 1 an e mieç indaûr e veve corût pe Margherita, cuintri Forza Italia e Pdp che dopo e à elet Adriano Piuzzi.
Adriano Piuzzi se al à voie di cori pes regjonâls al varà la mê poie.
Grazie par vê esprimût un parê suntune mê candidature aes provinciâls: mi à fat plasê, ma pal moment nissun mi à dit nuie e jo no le ai inmò nancje cjapade in considerazion.
Par dîti la veretât e sarès une esperience che mi plasarès provâ sedi parcè che mi plasarès dâ un gno contribût intun contest plui grant dal comun, cun competencis difarentis, ma ancje par une ambizion personâl (no lu plati) par metimi ae prove. Ma pal moment e je fantapolitiche e mi sa che prin di me e je altre int che e à gole di cjapâ chei puescj.
Par sierâ: tu vevelis inmò di pats e acuardis, cence citâ la font: al è il difiet plui grant di une cierte maniere di fâ informazion che purtrop e je une vore difondude ancje chi di nô.

Christian Romanini ha detto...

Par Luca,
ti ripet che a mi nissun mi à fevelât e tant mancul prometût nuie.
Duncje ciertis ilazions no pensi di mertâmes.

Christian Romanini ha detto...

SUL MV

SABATO, 08 DICEMBRE 2007

Pagina 1 - Udine

Maggioranza e opposizione votano insieme: 29 i sì alla mozione, soltanto la “pasionaria” dice no al rompete le righe. Già nominato il commissario provvisorio

Provincia: Strassoldo sfiduciato, si vota in primavera

L’epilogo 72 giorni dopo la pubblicazione del patto con Tavoschi “voti in cambio di un lavoro”

Venerdì 7 dicembre, ore 10.50. Finisce qui il secondo mandato del presidente Marzio Strassoldo e, con esso, il governo provinciale del centro-destra. Perché alle 10.50 di una mattina dal cielo plumbeo, il responso del voto dei 30 consiglieri in aula è senza appello: 29 sì alla mozione di sfiducia contro Strassoldo e un solo no, quello della fedelissima Valeria Grillo. Così, dopo 72 giorni di crisi, iniziata dal patto svelato dal Messaggero Veneto tra Strassoldo e l’ex vice sindaco Italo Tavoschi, dimissioni rassegnate e ritirate, interminabili trattative e giorni di veleni, le porte di palazzo Belgrado si spalancano al commissario. Ma anche al rinnovo dell’amministrazione, in primavera, quando saranno indette nuove elezioni provinciali.
Le ultime ore da presidente. Il consiglio è previsto alle 9.30 e Strassoldo varca il proprio ufficio attorno alle 9. Forse non ha ancora deciso se presentarsi in aula, certo è che per tutta la mattina resta impassibile nel proprio studio e dedica quelle che saranno le sue ultime ore da leader provinciale a far valere la sua presidenza, a prendere decisioni proprie, come quella di sostituire il vice segretario generale dell’ente.
I banchi vuoti. La prima immagine della fine di un'era arriva dalle poltrone in aula normalmente occupate dalla giunta e dal presidente, poltrone che restano vuote. Dopo le dimissioni, infatti, gli ex esponenti dell’esecutivo sono ritornati “consiglieri semplici” e si accomodano tra i banchi del centro-destra. E vuoto resta anche lo scranno di Strassoldo, che non assiste a quello che per 72 giorni ha definito “il suicidio del centro-destra”.
Le dichiarazioni finali. Il consiglio prende il via alle 9.50 e in previsione prima del voto ci sono solo gli annunci di Udc e An. E invece a chiedere la parola è Franco Costantini (Fi), nonostante il suo gruppo abbia già fatto sapere che voterà a favore della mozione. Ma il suo è uno sfogo personale, per dire che quella sedia vuota, quella del presidente, non gli va proprio giù, perché la ritiene una mancanza di educazione e rispetto. Si sfoga, Costantini. E lascia poi la parola all’Udc che con il capogruppo Andrea Mansutti ribadisce il sì alla mozione. Per An, invece, parla l’ex vice-presidente e assessore Renato Carlantoni, anche lui per annunciare il sì, per spiegare che la giornata è triste perché l'epilogo del commissario non aiuta né la politica né le istituzioni. Ma anche per ringraziare Strassoldo per le molte cose positive fatte in sei anni. Alle 10.10, invece, si consuma la solitudine di Valeria Grillo, che appena prende la parola viene lasciata sola in aula da 29 consiglieri, quelli di centro-destra e centro-sinistra, che si alzano e se ne vanno.
Il pubblico. Aula affollata, come durante il consiglio del 23 aggiornato a oggi. Ma rispetto a 15 giorni fa poche sono le grida o le proteste, a esclusione di alcuni confronti duri tra singoli. Il pubblico, dunque, affolla il salone del consiglio, applaudendo in sole due occasioni: quando i consiglieri abbandonano l’aula contro la Grillo e a mozione approvata.
Al voto. Il meccanismo prevede il voto palese, per appello nominale. Il compito di chiamare uno a uno i consiglieri è di Quai che comincia l’appello ricevendo un sì via l'altro, alcuni pronunciati dai consiglieri alzandosi dal proprio posto, altri mesti. Ma su 30 esponenti a dichiararsi favorevoli alla mozione sono in 29.
E l’unico no arriva dalla fedelissima di Strassoldo, la Grillo. A Quai, alle 10.50 non resta che la sintesi della giornata: «La mozione è approvata. Signori, mi dispiace. Buon giorno».
L'ira di Strassoldo. Per 72 giorni l'ha definito un suicidio. E ieri lo ribadisce. Spiegando anche che il suo futuro politico sta nella costruzione di una lista autonomista da mettere in campo alle regionali, ma pure alle provinciali.
Il commissario. Ora il compito di reggere il lavoro di presidente, giunta e consiglio sarà di Gianfranco Spagnul, direttore regionale alle autonomie locali. Spagnul resterà provvisoriamente in carica, fino a quando, cioè, il presidente Fvg Riccardo Illy nominerà il traghettatore verso le elezioni di primavera, nomina che arriverà dopo un incontro con i capigruppo di centro-destra. Tempi tecnici permettendo, il commissario probabilmente arriverà a gennaio.
L'ultimo pranzo. La plumbea giornata dei consiglieri provinciali si conclude con un pranzo, centro-destra e centro-sinistra nella stessa sala. Un pranzo per salutarsi, ma salutato anche da ospiti inattesi, come il sindaco Sergio Cecotti e i big forzisti Ferruccio Saro e Isidoro Gottardo. Un pranzo per commentare quanto appena accaduto, ma anche per guardare al futuro. Alle provinciali 2008.
Anna Buttazzoni

Christian Romanini ha detto...

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SABATO, 08 DICEMBRE 2007

Pagina 1 - Udine

Ma la “fedelissima” non demorde: accusa la Casa delle libertà e si dichiara già pronta a formare una forte lista in vista delle prossime amministrative

Poli compatti. E la Grillo rimane da sola in aula

Durante il suo intervento attacca i partiti: centro-destra e centro-sinistra lasciano la sala per protesta

Il tonfo della Grillo si consuma in un paio di minuti, dalle 10.14 alle 10.16, quando chiede la parola un po’ a sorpresa. Concessa. Si alza e comincia il suo intervento usando toni pacati e rassicuranti. Dice che quanto accaduto non può avere soltanto una vittima, che così facendo i partiti sbagliano, che chi è colpa del suo mal deve piangere se stesso, che chi è senza peccato deve scagliare la prima pietra.
Poi, improvvisa, l’entrata a gamba tesa quando attacca frontalmente il centrodestra da cui si sente tradita. Definisce i partiti della Cdl inadeguati a guidare una Regione a statuto speciale. Quei partiti, affonda, da cui tanti, anche qui dentro, prendono ordini. Questa volta è troppo: il capogruppo di Forza Italia, Piero Mauro Zanin, scuote arrabbiato il capo, si alza e fa cenno di uscire. E un attimo. Se non fosse tutto improvvisato, sarebbe sembrata come un’azione lungamente premeditata. In pochissimi secondi la sala consigliare si svuota. Centrodestra e centrosinistra assieme contro di lei che resta per la prima volta completamente sola: l’assemblea di palazzo Belgrado consuma nei suoi confronti una vendetta covata da oltre un anno.
Pare non scomporsi. Incassa e contrattacca: parla agli scranni vuoti, al presidente Quai, al pubblico, a se stessa, ma non ai colleghi. Quai la interrompe per farle notare che manca il numero legale e impone prima l’appello e successivamente la sospensione dei lavori per 15 minuti. Alla ripresa la “pasionaria” ricomincia da dove era stata interrotta. E attacca la maggioranza “rea” di avere stipulato accordi dove «veniva sempre promesso un compenso». Dice di non ammettere, né di tollerare il moralismo («Guarda che ti confondi con la moralità», la corregge ironica la diessina Serracchiani), ma aggiunge che è ingiusto usare due pesi e due misure.
Già, ma perché è accaduto tutto questo, perché a suo avviso ha pagato soltanto il presidente Strassoldo. La Grillo non ha dubbi. «Si tratta – spiegherà a margine dei lavori consigliari – di una manovra destabilizzante del Centrodestra per porre un freno a Strassoldo che i sondaggi davano vincente anche alle regionali». Detto con una sorta di slogan: «Lo hanno voluto distruggere perché i partiti trovano scomoda una persona così perché sa interpretare il Friuli».
Ma la Grillo dice di più. E si dice certa che a fermare Strassoldo siano stati i big, «i big del centro destra che hanno voluto creare nuovi spazi per sistemare altri uomini. Ma adesso il pericolo politico è davvero grave perché tutta la Regione risentirà politicamente di quanto è successo in Provincia». Si ferma un attimo e annuncia fiera che non si farà assolutamente da parte. E anzi promette che «raccoglierà le sue forze per la creazione di un grande partito autonomista». Si ferma, sorride. Poi si accommiata con un: «Non ha commesso nulla di grave». (d.pe.)

Christian Romanini ha detto...

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SABATO, 08 DICEMBRE 2007

Pagina 3 - Udine

E’ già arrivato il commissario a tempo

Il dirigente regionale Gianfranco Spagnul amministrerà l’ente fino alla nomina di quello definitivo

LA CRISI IN PROVINCIA

Il presidente della Regione, Riccardo Illy, concorderà con il centro-destra la scelta del traghettatore

Palazzo Belgrado sarà retto così fino all’election-day: in primavera alle urne anche per comunali e regionali

di DOMENICO PECILE
L’approvazione della mozione di sfiducia ha spalancato le porte al commissario che farà le veci del presidente, della giunta e del consiglio provinciale. Ieri, l'assessore regionale agli enti locali, Franco Iacop, con proprio decreto ha sospeso l’assemblea di palazzo Belgrado per un periodo comunque non superiore a 90 giorni e ha nominato, per una durata corrispondente, un commissario provvisorio per l’amministrazione dell’ente.
Si tratta di Gianfranco Spagnul, attuale direttore del Servizio affari istituzionali e Sistema delle autonomie locali della Direzione centrale relazioni internazionali comunitarie e autonomie locali. Spagnul ha già maturato in passato esperienze analoghe avendo ricoperto il ruolo di commissario in due Comuni del Friuli.
Poiché la mozione di sfiducia è stata approvata ieri, essendoci i tempi per adottare il decreto definitivo di scioglimento entro il 24 febbraio 2008, in applicazione dell’articolo 7 della legge regionale 10/1999, l’elezione degli organi della Provincia di Udine si terrà in occasione del turno elettorale 2008 in concomitanza all’election day. Contemporaneamente, è già stata avviata la procedura di scioglimento del Consiglio provinciale, cui provvede il Presidente della Regione con proprio decreto, previa conforme deliberazione della Giunta regionale. Con il medesimo atto è individuato il Commissario che amministrerà l’ente fino alle nuove elezioni. Tale Commissario potrà anche essere diverso da quello provvisoriamente nominato ieri dall’assessore per le autonomi locali. E’ possibile anche la nomina di uno o più sub-commissari.
Scatta, dunque, adesso la seconda fase. All’indomani delle dimissioni di Strassoldo e quando per la prima volta era stata ventilata la possibilità dell’arrivo del commissario, il presidente della Regione, Riccardo Illy, aveva mandato a dire che sarebbe stato suo impegno concordare il nome del commissario con la Casa delle libertà. Una disponibilità che era stata apprezzata da diversi settori del centrodestra friulano come la volontà di non prevaricare una scelta politica che, diversamente, potrebbe essere vissuta come un diktat. Stando ai si dice, il centrodestra attende ora un incontro tra lo stesso Illy, l'assessore Iacop e i capigruppo di maggioranza della Provincia. «Aspettiamo che si concretizzi questo incontro, dovesse farlo sarebbe sicuramente apprezzabile», è il commento del capogruppo di Forza Italia, Piero Mauro Zanin.
Intanto, è già toto commissario. Oltre a Spagnul, che potrebbe essere confermato, in pole position ci sarebbero anche Bruno Miotti, Augusto Viola, Natale Labia.

Luca Peresson ha detto...

O ti ai zà dit di no sustati dibant.
Il gno coment al jere su la prolificazion di partîts di drete. No ai mai indicât cualsisedi "favôrs" di bande di santui.
Ma, Chris, al sarès miôr "ralentâ" la pratiche de "rispueste sustade" parcè che prime o dopo ancje il Peresson...

Christian Romanini ha detto...

Alore o ai capît mâl jo e o domandi scuse.
Dut câs, no sai cemût che si movarà il centridrete pes prossimis elezions. O ripet che a mi nissun mi à domandât nuie e duncje nol pues dî nancje nuie.
Dal sigûr, lis candidaturis no dipendin dome di chei che a àn voie di candidâsi, comprindude la Iesse, simpri che e sedi vere la storie che e vevi domandât un puest pes prossimis elezions.

gazzettiere ha detto...

Non ero mai intervenuto sul tuo blog perché provavo fastidio con quel tuo scagliarti contro chi non la pensa come te con epiteti che vanno dall’ignorante, all’incapace, all’incompetente, eccetera. Mi riferisco in particolare ai tuoi commenti sul friulano riferiti ai vari consiglieri regionali, colleghi di partito, la Garzitto ed altri. E pensare che nel tuo motto si raccomanda rispetto e tolleranza per tutti. Se la notizia ti ha colto di sorpresa e ti ha infastidito non è colpa mia. Ti invito ad informarti perché è quasi di dominio pubblico. Il blog è tuo e lo gestisci come ti aggrada ma questo è il mio ultimo commento. Scusa il disturbo.

Christian Romanini ha detto...

Gazzettiere
jo o soi tolerant e no atachi mai nissun pal gust di fâlu: se tu confondis la dialetiche e la critiche politiche cu la intolerance, nol è un gno probleme.
Jo cuant che o dîs une robe, o cîr ancje di dâ cualchi motivazion (come pe cuestion de tutele linguistiche) parcè che se o fasès dome une declarazion, cheste no varès fuarce: jo o cîr di fâ capî lis robis e no di imponilis. E se un al dîs une cag***, jo o cîr di motivâ parcè che secont me al à dit une cag***.
Se chest ti dâ fastidi, mi displâs, ma no plui di tant.
Se no ti va di argomentâ une afermazion che tu âs fat tu, o pues dome cjapâ at e saludâti: mandi.

Christian Romanini ha detto...

Simpri pal Gazzettiere
tornant a lei il to coment o viôt che tu scrivis "Se la notizia ti ha colto di sorpresa e ti ha infastidito non è colpa mia": trancuil che no soi ni sorprindût ni infastidît. O ai dome dit che se tu afermis une robe cu la premesse "Ho appreso da buona fonte che..." tu varessis di citâ la font. Se no tu fasevis plui biele figure a dî: "Mi soi insumiât che...".
Se la font e je cussì buine, tu varessis di jessi il prin tu a rindile publiche par rinfuarcî la tô declarazion.

liberateromanini ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Luca Peresson ha detto...

Caro Gazzettiere,
ti scrivo solo per informarti, ma può anche non interessarti minimamente, che non sono affatto in accordo con quanto tu dici. Per diverse ragioni.
Qualunque sia la tua appartenenza politica, fattore importante per me antico uomo ideologico (versus Chris e Thermo, uomini moderati e nuovi e quindi meno interessati), non credo che nessuna delle tue affermazioni in premessa siano persino ragionevoli.
Rileggiamole insieme:

(1)
"Non ero mai intervenuto sul tuo blog perché provavo fastidio con quel tuo scagliarti contro chi non la pensa come te con epiteti che vanno dall’ignorante, all’incapace, all’incompetente, eccetera. Mi riferisco in particolare ai tuoi commenti sul friulano riferiti ai vari consiglieri regionali, colleghi di partito, la Garzitto ed altri.
Esattamente come per l'affermazione relativa a Piuzzi e alla Iesse eviti di fare affermazioni fondate. Eppure un solo link (o più di uno) agli epiteti quali "ignorante", "incapace", "incompetente", sarebbe bastato. Mi permetto inoltre di farti notare che definire uns persona incapace, incompetetne o ignorante non è di per sè offensivo (specie se motivato) essendo espressione di un'opinione (discutibile, fastidiosa per alcuni, ma sempre un'opinione).

(2)
Se la notizia ti ha colto di sorpresa e ti ha infastidito non è colpa mia. Ti invito ad informarti perché è quasi di dominio pubblico.
Il blog è tuo e lo gestisci come ti aggrada ma questo è il mio ultimo commento.

La tua posizione mi pare allinearsi sempre di più a quell'attegiamento, francamente molto fastidioso, di coloro che preferiscono il silenzio del nobile al dialogo franco e costruttivo del volgo. E' senza dubbio un gruppo numeroso; basti pensare a quanti, da destra e da sinistra (e parlo di consiglieri votati da molti tuoi e miei concittadini) evitano accuratamente il confronto e l'informazione relativa alle proprie scelte.
Dove possiamo leggere le idee di Zonta, Ciani, Zucchiatti, Cozzi, Tuti e Co.?
Non voglio andare troppo oltre e quindi non parlerò della capacità di confronto di alcuni assessori o del centro sinistra majanese.
E' difficile chiudere il dialogo con chi non lo ha mai aperto aperto, vero Gazzettiere?

(3)
Affermare la veridicità di una notizia in quanto "di dominio pubblico" è solo l'ultima delle cose che cose su cui sono in disaccordo con te. Non credo ci sia bisogno di dire perchè.

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In sintesi ti pregherei di riflettere prima di decidere che qualcuno non godrà più del piacere del tuo pensiero.
Potrebbe essere che non stai facendo esattamente una scelta esemplare (il termine "esemplare" non è stato scelto a caso).

P.S.: se adesso mi rispondi darai l'idea di essere una persona piuttosto volubile, lo sai vero?

Mandi

Christian Romanini ha detto...

Luca, tu sês micidiâl! :-)

thermonuke ha detto...

E jo un moderat...

quasi o resti mal ;-)

thermonuke ha detto...

E reste dut cas le curiositat sule "transitivitat" dal declarat interes de Iesse viers Pdl-pdp-FI.

E se, di conseguence, el salt de cuaie al e stat "contratat", e al sarà puest par ducj...



...puare che suris che a une sole buse....