27 novembre 2006

Pal Parlament

Tal consei comunâl de setemane passade o ai rivât a fâ aprovâ cheste delibare che o mandarìn al Parlament a Rome. O soi propit content parcè che al sarès pardabon un at impuartant rivâ a ratificâ la Cjarte europeane pes lenghis regjonâls (1992).

7 commenti:

Christian Romanini ha detto...

Su proposta del consigliere Signor Christian Romanini il Consiglio comunale, unanimemente, decide di approvare nella odierna seduta il testo del seguente ordine del giorno:

IL CONSIGLIO COMUNALE

CONSIDERATO che il Consiglio d’Europa ha istituito il 26 settembre 2001 la giornata europea delle lingue, dichiarando che “l’Europa è plurilingue e lo sarà sempre” e celebrando da allora ogni anno in quel giorno la suddetta ricorrenza;

CONSIDERATO che la conoscenza delle lingue e il riconoscimento del plurilinguismo come ricchezza e risorsa per una maggiore coscienza dello status di “cittadinanza europea” non può prescindere dalla tutela e promozione della conoscenza delle lingue minoritarie, soprattutto nella Regione Friuli Venezia Giulia in cui sono presenti e parlate 4 lingue: italiano, friulano, sloveno e tedesco (riconosciute dall’articolo 2 della Legge 482/99);

VISTO l’articolo 6 della Costituzione italiana che così recita: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”;

VISTA la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali (1995) firmata e ratificata dal Parlamento Italiano;

CONSIDERATO che la Carta europea delle lingue minoritarie e regionali (1992) è stata firmata, ma non ancora ratificata dal Parlamento Italiano;

CONSIDERATA la Legge 482/99: “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”;

RITENUTA necessaria una piena applicazione dei principi di tutela delle minoranze linguistiche storiche;

CHIEDE AL PARLAMENTO ITALIANO

1. una rapida ratifica della Carta Europea delle lingue minoritarie e regionali (1992) al fine di rendere al più presto e pienamente effettivi i principi in essa contenuti;



2. di inviare la presente mozione:
* al Presidente della Repubblica;
* al Presidente del Consiglio dei Ministri;
* al Ministro per gli Affari Regionali;
* all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia);
* alla Regione Friuli Venezia Giulia;
* all’UPI (Unione Province Italiane);
* via mail ai Comuni del Friuli Venezia Giulia.-

thermonuke ha detto...

Torzeonant par cas t'un blog che tu as visitat ancje tu o ai cjatat une tipe che dis:

La provincia (e mi vien da dire il buon Strassoldo) spende un sacco dei nostri sudati soldini per manifesti che incoraggiano l’uso del friulano da parte dei friulani. Ottima cosa se non fosse che l’operazione puzza di strumentalizzazione lontano un miglio e che il friulano stampato sui manifesti è talmente staccato dalla realtà che non convince nessuno.

Quale lingua per la gente comune? Quella dei politici? (un pandi di qua e un mandi di là…) No grazie! Quella dei traduttori letterali? (racordo autostradal…) No grazie!

Io non so bene il friulano e lo parlo poco ma in osteria, dove qualche volta lavoro e dove si sente il friulano di quelli che lo parlano davvero, non ho mai sentito dire: “sostignin il furlan dal nestri teritori”… un friulano forse direbbe tignin su, ad alt, tiere…

Il manifesto farebbe dunque sorridere se non facesse rabbia, dal momento che non è buono nemmeno per accendere il fuoco dello spolert e dal momento che certe “forzature” non fanno altro che confermare, a mio modesto avviso, che questa campagna coattiva per l’uso del friulano è un grande fallimento. Il friulano non solo non sta ri-diventando la lingua quotidiana di tutti ma anzi, si sta tramutando in una moda intellettual-politica sterile come un programma.

Insomma è come festeggiare l’8 marzo…finchè esiste una giornata delle donne significa che abbiamo ancora bisogno di sbandierare una “parità” che di fatto non esiste…e tant’è non ci hanno dato nemmeno le quote rosa!

thermonuke ha detto...

e podopo:
Anche il comune di Tavagnacco è caduto nel tranello (o forse, più malignamente, non ha voluto lasciarsi sfuggire l’occasione per farsi allungare qualche euro…): non so proprio chi abbia tradotto i testi della cartolina sulla serie di conferenze intitolate “Furlan: par fevela di dut”…ma deve essere qualcuno raccomandato dalla Provincia! Perché di traduzione letteralissima si tratta. Qualche chicca? “interpretazions organichis”, “fenomens siamanics”, “proietadis”…

Ma l’idea più bella, la forzatura più grossolana, quello che nessuna lingua sente di potersi permettere di fare traducendo da un’altra è la trasposizione in “marilenghe” dei nomi propri di persona: e così ci ritroviamo a fare la conoscenza di Carli Pup, Franc Fari, Bepi Marchet e Juan Pascul…

San Daniele non è da meno. Qualche tempo fa il Sindaco mi ha pubblicamente bacchettata perché avevo esposto l’amministrazione e il paese tutto al pubblico ludibrio con una lettera di denuncia al Messaggero in cui, in qualità di presidente del comitato centro, davo parola allo scontento dei residenti circa lo spettacolo vergognoso che un giorno sì e l’altro anche offrono i cassonetti traboccanti immondizia.

Questa volta non potrà dispiacersi della mia cattiveria, piuttosto dovrà riflettere sulla massima “chi è cagion del suo mal pianga se stesso” perché ci metto la mano sul fuoco che l’idea di tradursi nel manifesto del 2 giugno è farina del suo sacco (la vicinanza con Cecotti deve avergli dato alla testa) e m’invita a nozze con un giochino facile facile…tanto per ridere, dato che siamo caduti nel ridicolo!

E così, se Gino Marco Pascolini è diventato Gjno Marc dai Pascolins, Nilde Francano ha la fortuna di restare Nilde (la Francane), Claudio Chiapolino diventa Claudi Cjapolin e Diego Sivilotti Diego Sivilot, Subiot: qualche difficoltà si presenta a voler tradurre Maria Grazia Dall’Arche (Marie Gracje dal ce?) mentre Maria Grazia Lanzoni vien più facile … la Lanzone…

Pensate a quel povero Dante Alighieri…il suo nome tradotto in una lingua che non si parla, si erutta!



Ce ditu?

thermonuke ha detto...

Mi par che le vedi un tic cun te?




ps
Ben savint che ce che al e ator pe ret al e public, no vint domandat el acuardi al autor, o aj tajat l'ultime part li che si nomine.

Anonimo ha detto...

no le ai capide tant ben chiste siore, se le a cui politics che usin al furlan o sul us dal furlan.
Dai soi post mi par che si contradis dibesole .

Dal forest mi parin tant ridicui i difensors "della lingua italiana" che tabain cun un biel "pengjo acento furlano".

Nrmn

Christian Romanini ha detto...

Ce che o dîs? Che la siore e je libare di pensâle cemût che e à voie, però e à pierdût une ocasion par evitâ di fâ une magre figure...

thermonuke ha detto...

però se tabae di rotondis....